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Logopedia e disturbi temporomandibolari

I disturbi temporomandibolari sono un gruppo eterogeneo di patologie del sistema stomatognatico che si manifestano in quadri dolorosi o disfunzionali a carico dell’articolazione temporomandibolare, dei muscoli masticatori e di tutte le strutture ad essi correlate. Tale disturbo insorge, generalmente, quando si hanno degli adattamenti e dei meccanismi di compenso muscolare o articolare che l’organismo mette in atto in presenza di alterazioni per preservare le strutture anatomiche.

L’incidenza, secondo uno studio del 2009 si collocava tra il 5% e il 12% in un’età compresa tra i 25 e i 40 anni. Negli ultimi anni, a causa anche della pandemia che ha contribuito a scatenare rigidità muscolari, l’incidenza è salita al 22% e l’età si è abbassata ai 14 anni.


I segni e i sintomi

I segni e i sintomi di tali disturbi possono essere di vario tipo: emicrania, cefalea di tipo muscolo-tensiva, presenza di vertigini o sensazione di vertigini, presenza di un click, limitazione nel range di movimento della mandibola, presenza di bruxismo, difficoltà masticatoria, sensazione di bruciore alla lingua o a livello laringeo, sensazione di crepitii a livello di orecchio, acufeni, ronzii, ovattamento uditivo , sensazione di lassità legamentosa, di deformità anatomica, flaccidità o rigidità muscolare e, in stadi avanzati, asimmetrie anatomiche e/o dolore miofasciale costante a livello del viso dal punto dell’articolazione fino al mento (spesso confuso con mal di denti).



Le cause

Tra i fattori scatenanti troviamo quelli di tipo psicologico (stress, quadri ansiogeni o di depressione), quelli dovuti a interventi ortodontici o chirurgici che hanno modificato la forma occlusale che se non seguita da rieducazione funzionale e muscolare possono impedire l’adattamento della muscolatura orofacciale a questa nuova forma e fattori traumatici ( ad esempio un colpo di frusta). Cosa da non sottovalutare è che l’articolazione temporomandibolare è strettamente connessa alle funzioni orali. Tenendo conto della variabilità individuale, sappiamo che vi è un’alta incidenza di alterazione delle funzioni orali nei soggetti con disturbo temporomandibolare e, viceversa, abbiamo una frequenza di problematiche a livello della funzione temporo mandibolare in persone che presentano squilibrio muscolare orofacciale che, se protratto nel tempo, potrà determinare un sovraccarico della muscolatura causando affaticamento nell’espletamento delle funzioni, dolore e tensione.

Esiste, quindi, un’intima e dimanica connessione tra occlusione, espletamento di funzioni orali e articolazione temporomandibolare. Se ho alterazioni a livello di articolazione temporomandibolare potrò avere anche delle modificazioni funzionali dovute a risposte adattative automatiche e a meccanismi di compenso col fine di minimizzare il malessere e ridurre il dolore deviando le funzioni per preservare le strutture anatomiche. Quindi, una performance orale alterata può precedere un disturbo temporomandibolare agendo anche come fattore scatenante o di mantenimento del dolore.



Il ruolo del logopedista

Nel 97,92 % dei soggetti con disturbo temporomandibolare ho alterazioni a livello delle funzioni orali. Questo dato ci fa capire quanto sia importante il ruolo del logopedista all’interno del team che partecipa al trattamento multidisciplinare. Tra le figure coinvolte troviamo l’ortodontista, il chirurgo maxillofacciale, il neurologo, un trattamento farmacologico (a seconda del caso), l’otorinolaringoiatra, il fisioterapista e tutti i professionisti coinvolti nel trattamento FKT che comprende riabilitazione posturale e rieducazione neuromuscolare, eventuale trattamento psicologico.


Il ruolo del logopedista è quello di favorire l’apprendimento di abilità di self-management aumentando la comprensione dei meccanismi del dolore per creare nel paziente aspettative quanto più realistiche su ciò che può esser fatto e/o risolto nel suo caso individuale, dare esercizi specifici per ridurre il dolore, rieducare il sistema stomatognatico e le funzioni orali e risolvere segni e sintomi lavorando non su questi ma sulla causa del dolore. Quest’ultimo aspetto è importante perché molto spesso lavorare sui sintomi (come si fa ad esempio con il trattamento laser) permette una riduzione nella difficoltà percepita ma non va a risolvere il dolore, che prevede, invece, dei cambiamenti a livello muscolare e funzionale di tutto il sistema.


La presa in carico multidisciplinare che miri ad iter preventivi e terapeutici condivisi è sempre la più appropriata. fonte: Andretta, P.; et al. Efficacia della terapia miofunzionale nei disordini temporomandibolari. Protocol of orofacial myofunctional evaluation with scores – pubmed.org

Claudia Maria de Felicio


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